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Pubblicato il 1 giugno 2023 โ€ข Comune , Cultura
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Una trentina di dipinti, realizzati negli ultimi due anni, che hanno come soggetto il paesaggio. “È un chiaro riferimento alle fiabe. – spiega Andrea Ciotti - Questi lavori infatti intendono stimolare la dimensione immaginativa, sia attraverso la scelta decisa dei colori che attraverso quella dei soggetti, mettendo in secondo piano quella che viene considerata la realtà”. Pittura impressionista quella di Ciotti che nasce, in principio, nei corsi seguiti negli studi di Sansepolcro dei pittori Annamaria Veccia e Riccardo Antonelli; oggi Ciotti sembra andare incontro e prediligere l'uso della spatola e del colore, intenso e abbondante, per dare matericità e forte impatto ai lavori.
 
La materia sulla tela è, negli ultimi anni, aumentata di pari passo con la ricerca costante di una dimensione narrativa interiore. Se da un lato c’è il paesaggio che potrebbe sventare definitivamente la lusinga di una dimensione surreale, dall’altro c’è una precisa volontà di descrivere un panorama emozionale. Se ogni opera descrive una veduta precisa, con tutti gli elementi del territorio, guardando bene la creazione si allontana da una dimensione fotografica tout court. Il tenore della pittura ha una trasognata e onirica morbidezza che sembra appannarci l’identità di un luogo reale tanto che la sua percezione viene completata, del tutto, nella nostra mente.
 
 
Questo non è tanto la ricerca di un non luogo, ma piuttosto la ricerca di una dimensione intima ed individuale. In ogni opera ognuno può vedere paesaggi diversi solo perché può coglierne le emozioni; poco importa quale sia la periferia, la località o la regione dipinta. Ciotti non ci consegna una campagna ma la campagna, non ci descrive un territorio particolare di fiume ma il territorio in un paesaggio fluviale; visioni, in questo senso, che non appartengono più di tanto all’autore ma, piuttosto, a chi guarda e ritrova se stesso. Sono tutti grandi scenari dove saltano agli occhi vari elementi; siamo di fronte a vedute desertiche, prive di uomini, animali e spesso anche di case, che rendono protagonista lo spettatore che, unico attore, può calarsi nel fresco del mattino, nel freddo invernale o nella calda luce della sera. Una pennellata perita ci consegna poi le sterminate distese floreali che, a perdita d’occhio, tracciano visioni prospettiche e cieli in cui sembra, quasi sempre, specchiarsi la terra. C’è poi la musica che è protagonista della vita di Ciotti, è nelle sue orecchie quando dipinge e oggi, più che mai, è anche nei suoi quadri che sono storie dal grande ritmo. I quadri, con tutte le dovute proporzioni stilistiche e tematiche, sono anche un po’ degli spariti musicali come accadeva per Kandinsky. I colori sono infatti per entrambi un coro da fissare sulla tela e un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull'anima. I colori, per il celebre precursore e fondatore della pittura astratta, sono il tasto, l'occhio il martelletto, l'anima il pianoforte dalle molte corde; per Ciotti dovremo invece parlare forse di plettro, corde e cassa armonica della chitarra ma il prodotto non cambia.
 
“Fairy Tales” è stata esposta nei mesi scorsi, riscuotendo grande consenso di pubblico e di critica, anche a Citerna (Pg) e a Padova, città del Veneto che ha apprezzato Ciotti anche come musicista e insegnante di chitarra.
Ciotti, 39enne di Sansepolcro, è infatti un artista poliedrico che nasce come musicista, molto noto anche in Valtiberina per la sua attività di insegnante e per i suoi progetti rivolti anche ai bambini, e che da diversi anni si dedica con successo alla pittura. Ha all’attivo numerose mostre personali e collettive. Sempre presente, tra l’altro, nelle collettive d’Arte Varia della Compagnia Artisti di Sansepolcro.
L’evento, patrocinato dal comune di Sansepolcro, sarà inaugurato giovedì 1º giugno alle 17. La mostra, curata da Michele Foni, sarà poi visitabile fino a domenica 4 dalle 9.30 alle 12.30, dalle 17 alle 20 e dalle 21.30 alle 23.